Bitcoin perde ancora: il ruolo di Trump

Il Bitcoin ha perso quasi il 10% nelle ultime 24 ore a quota 84 mila dollari, complice anche il tonfo di Wall Street dopo l’entrata in vigore dei dazi statunitensi su Canada, Messico e Cina, rimangiandosi i guadagni che aveva registrato dopo l’annuncio di domenica di Donald Trump sulla creazione di una riserva strategica di crypto.

Cosa ha detto Trump

Il presidente degli Stati Uniti Donald Trump ha annunciato domenica sui social media i nomi di cinque asset digitali che prevede di includere in una nuova riserva strategica di criptovalute degli Stati Uniti, facendo aumentare vertiginosamente il valore di mercato di ciascuno di essi.

“Una riserva crittografica statunitense eleverà questo settore critico dopo anni di attacchi corrotti da parte dell’amministrazione Biden, motivo per cui il mio ordine esecutivo sulle risorse digitali ha ordinato al gruppo di lavoro presidenziale di procedere con una riserva strategica crittografica che includa XRP, SOL e ADA – ha scritto su Truth Social – Mi assicurerò che gli Stati Uniti siano la capitale crittografica del mondo. STIAMO RENDENDO L’AMERICA DI NUOVO GRANDE!”.

L’annuncio ha innescato nel fine settimana un rimbalzo poderoso nel mercato delle criptovalute. Il Bitcoin è salito del 10%, tornando sopra i 90.000 dollari a 94.343,82 dollari, dopo il calo sotto gli 80.000 dollari, l’Ether ha guadagnato il 13% risalendo in area 2.500 dollari. Ripple (XRP) è balzato del 33%, SOL di Solana del 25% e ADA di Cardano ha segnato un impressionante +60%. Oggi i guadagni si sono ridimensionati, con le principali criptovalute che mostrano delle performance negative.
Al di là della reazione sul mercato, l’annuncio di Trump rappresenta una importante svolta nella politica statunitense, che sta iniziando a considerare le criptovalute come un’opzione legittima per la diversificazione delle riserve finanziarie. Importante, inoltre, l’uso del termine “riserva”, che suggerire un approccio più dinamico, con acquisti regolari, anziché “scorta”, che invece implica la mera detenzione di valute digitali senza troppe transazioni (acquisti o vendite).

Già pochi giorni dopo il suo insediamento alla Casa Bianca, Trump aveva firmato un ordine esecutivo per trasformare gli Stati Uniti nella “capitale mondiale delle cripto”, creando un gruppo di lavoro che ha, tra gli altri obiettivi, anche quello di valutare la creazione di una riserva strategica basata su asset digitali.