Come investire e come minare criptovalute?

Il protocollo del Bitcoin prevede che ogni 10 minuti un software renda automaticamente disponibili online 25 nuovi Bitcoin: se li aggiudicano coloro che per primi riescono a risolvere un complesso quesito matematico che identifica la chiave di accesso (una sequenza di lettere e numeri). Questo processo di ricerca si chiama mining, che vuol dire “estrazione”. Non a caso, esperti e appassionati parlano di “minare criptovalute”.

Come minare criptovalute

Ma attenzione: la chiave di accesso diventa sempre più complicata e il processo di estrazione sempre più difficile, per tenere sotto controllo il tasso di crescita della valuta virtuale. Molte società si sono lanciate nella corsa all’“oro digitale”, investendo in hardware e software nella speranza di decifrare i codici e aggiudicarsi quanti più Bitcoin possibile. Con grande dispendio di risorse ed energia per mantenere le macchine in funzione.

Con il tempo, oltre al Bitcoin, sono arrivate molte altre criptovalute. La lista è lunga e corposa, anche perché chiunque, in linea di principio, può dare vita a una sua criptovaluta: a decretarne il successo, poi, sarà la domanda. Il che ci porta alla caratteristica fondamentale delle criptovalute: infatti, mentre il valore delle monete tradizionali è preservato dalle banche centrali, sulle cryptocurrencies non esiste supervisione.

Se da un lato ciò fa sì che nessuna autorità possa “intromettersi” controllando il valore della valuta virtuale, dall’altro nega ai possessori di criptovalute qualunque protezione in caso di crisi. In uno scenario di questo genere, infatti, la moneta tradizionale è difesa dalla banca centrale di riferimento, mentre per il Bitcoin e le altre criptovalute non esiste protezione.

L’unico fattore che può tenere alto il valore è l’offerta – limitata dal sistema di chiavi d’accesso di cui abbiamo parlato – congiunta però a una domanda sostenuta, quindi a una piazza di investitori consistente e interessata. Se la domanda langue, il valore cala.

Mettendoci nei panni degli investitori, la domanda a questo punto è: quanto vale la pena, oggi, di prendere in considerazione un investimento in criptovalute? Se da una parte, infatti, alcuni ritengono che le criptovalute possano ricoprire un ruolo nella diversificazione del portafoglio, alla luce di quanto detto è senz’altro d’uopo un po’ di cautela.

La performance del Bitcoin è infatti stata sorprendente, ma proprio per questo allarmante: +29.000% dal 2013 al 2018, equivalente a un +161% annuo. In confronto, il +87% dell’S&P 500 nello stesso arco di tempo e il suo +11% annuale sembrano quasi un’inezia.

Prendendo però in esame, come metrica di rischio, il cosiddetto maximum drawdown (ovvero, la perdita massima), il -84% del Bitcoin si confronta con il ben più ragionevole -14% dell’indice USA dal 2013 ad oggi. E anche la volatilità non è irrilevante: 83% il dato annualizzato del Bitcoin, contro il 15% dell’S&P 500.